COMUNE DI CASTELNUOVO
Il Comune di Castelnuovo è formato del capoluogo, da cui prende il nome, e delle Sezioni di Antisciana, Gragnanella, Colle, Cerretoli, Rontano, Torrite, Monterotondo e Palleroso. Ha 1339 fabbricati, parte insieme riuniti, parte sparsi per la campagna; conta 950 famiglie con 4841 abitanti, che nel 1600 ascendevano solamente a 1740 (‘).
Confina a greco con Careggine e Vagli, a ponente ed a mezzogiorno con Molazzana e Gallicano, a levante con Pievefosciana e Fosciandora, mediante il corso del Serchio. Il suo territorio è tutto messo a selve, a vigne, a prati ed a campi, estendentisi in taluni luoghi in una bella superficie piana, come dal lato di Pieve e di Torrite.
Ne formano il principale prodotto i cereali, il vino, le castagne, la canapa, i bozzoli, il bestiame (consistente in pecore e vacche, di cui fa molto commercio con i Lucchesi e cogli abitanti del Frignano), il formaggio (2), il burro e l’ortaglia, che si coltiva con grande intelligenza nelle vicinanze della città.
Questo Comune è bagnato dalle acque della Turrite, che ha la propria sorgente nelle vette dell’Alpe Apuana, e viene a maritarsi col Serchio sotto il Ponte Nuovo, costruito dalla Principessa Elisa Baciocchi nel 1810. L’Ariosto, il Tassoni ed il Testi resero celebri questi due fiumi. Messer Lodovico, parlando di Castelnuovo nella Satira V, così dice:
… dove da diversi fonti,
Con alterno rumor, confondon l\’acque
La Turrite col Serchio fra due ponti.
Il Tassoni nel Canto VII della Secchia rapita ne tocca co\’ versi:
Vedete là dove d\’alpestri monti
Risuonar fanno il cavernoso dorso
La Turrite col Serchio, e fra due ponti
Vanno ambo in fretta a mescolare il corso.
E il Testi in una sua ode a Pio di Savoia:
Qui dove argenteo il corso
La Turrite discioglie, e seco viene
A maritarsi innamorato il Serchio.
Un altro torrente, detto di Corfino o di Mozzanella o di Castiglione, secondo il territorio in cui scorre, bagna l’estremo lembo settentrionale del Comune di Castelnuovo, nel quale (abbondante com’è d’acque) esistono 31 molini, che potrebbero essere fonte di ricchezza maggiore.
Il territorio è traversato dalla strada Nazionale Livorno-Mantova; da quella Provinciale dell’Alto Circondario, che unirà presto la Garfagnana con Fivizzano; non che dall’antica Provinciale di Monteperpoli, che mette a Gallicano, aperta nel 1836. Le altre vie che pongono il capoluogo in comunicazione colle frazioni sono appena someggiabili.
Il Comune di Castelnuovo possiede in proprio varie case e terre, del valore di L. 26044,94. Delle case, la maggiore serve per residenza del Tribunale di Circondario; e la comprò dalla famiglia Martini la Ducale Camera di Modena nel 1832, ad uso della Giusdicenza; fu poi rivenduta dal Demanio del Regno d’Italia al Comune per L. 11,500, con atto de’ 23 dicembre 1873. Quella dove ha stanza il Comune, si calcola del valore di L. 7,000, ed è posta in Via Vallisnieri. L’altra piccola casa in Via Feronia fu stimata 5,000 lire; 2,000 il vecchio teatro; 10,000 un molino, situato anch’esso in città, e mosso dalle acque della Turrite; 2,000 varii boschi a Colle ed in Torrite. Ricava poi ogni anno da alcuni livelli L. 44.94.
Ha un estimo di scudi milanesi 26,123, di rendita imponibile, ripartita tra 570 contribuenti. Il suo Bilancio si chiudeva nel 1877 colle seguenti cifre:
1.° Entrata ordinaria . . . L. 23,648.90
2.° Spese ordinarie …» 30,973. 67
3.° Differenza in meno . . » 7,324.77
4.° Sovrimposta . . . . » 20,506.47
Essendosi rinnovato il contratto dell\’Esattoria comunale l’il luglio del 1877 per un quinquennio, la somma proposta per la riscossione annua fu stabilita in L. 82,983. 19.
Gli elettori amministrativi ascendono a 348; e politici a 165.
Nello Statuto della Repubblica di Lucca del 1308, si trova notato Castelnuovo con Palleroso e Gragnanella come parte della Vicaria di Castiglione. Quando nel febbraio del 1430 Castelnuovo cadde in potere degli Estensi, formò una Vicaria propria, a cui dette il nome e ne divenne il capoluogo. Comprendeva le terre di Corfino, di Villa Collemandina, di Sassorosso, di Massa, di Magnano, di Pievefosciana, di Pontecosi, di Gragnanella, di Bargecchia e di Eglio, che prima apparteneva alla Vicaria di Camporgiano.
Lo Statuto più antico di Castelnuovo, arrivato sino ai giorni nostri, si conserva a Lucca nel R. Archivio di Stato; ha in calce l’approvazione d’Alfonso I Duca di Ferrara, de’ 19 dicembre 1508, il suggello di lui e la firma del Segretario Giuliano Magnanini.
In antico il Comune si governava con un Consiglio composto di 50 uomini, scelti per metà nel castello e per metà ne’ villaggi che vi erano uniti. La rappresentanza municipale interveniva annualmente alle funzioni ecclesiastiche o sola o colle altre Autorità militari e civili, e vestiva una toga di damasco nero, con fodera di damasco rosso, e berretto in testa. Il Podestà o Sindaco distinguevasi da un cordone con nappe d’oro, che portava al collo, e da un bordo uguale al berretto (3). Quest’uso venne meno dopo il 1859, quando la Garfagnana passò a far parte del Regno d’Italia.
(1) Bertacchi Sigismondo, Storia della Garfagnana ms.
(2) Essendo stati spediti dal benemerito Presidente del Comizio Agrario di Castelnuovo, Cav. Antonio Vittoni, alcuni saggi del formaggio della Garfagnana all’esposizione del Caseifizio, ch’ebbe luogo a Portici nel 1877, riportarono due premi con medaglia di argento. Uno venne conferito al formaggio in genere e l’altro a quello di sola pecora, come risulta da’ Diplomi del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio del 7 gennaio 1878; e fu questo l’unico Circondario che meritasse doppia distinzione pel suo cacio.
(3) Decreto de\’ 17 marzo 1827. Atti governativi n. 1036
Da “Descrizione geografica storica economica della Garfagnana” di Raffaello Raffaelli, Lucca 1879