Marcione

MARCIONE (da R.Raffaelli)

Giace esso alla base della collina su cui sorge il Castello, a circa 200 metri dalla strada nazionale, varcato il fiume a ponente.
L’abbate Vincenzo Marchiò (1) opina che questo villaggio traesse il suo nome dal Console Romano Quinto Marcio, il quale nella guerra apuana dell’anno 568, avviluppato dai nemici in quei luoghi angusti, ebbe a sostenere la perdita di 4000 soldati, undici bandiere e tre insegne della seconda legione; e quantunque si volesse tener celata tanta sconfitta, rimase nonostante al luogo il nome di Marcio, ed in progresso di tempo quello di Marcione. Altri invece ritengono che il luogo ove i Romani furon battuti, colla uccisione del Console Quinto Marcio, fosse nel versante opposto, nelle montagne vicine a Fosdinovo, e precisamente nel luogo ove sorge il paese di Marciaso da Marcius coesus. E il loro avviso è appoggiato alle parole di Tito Livio che dicono: Nam saltus unde eum Ligures fugaverunt Martius est appellatus (2). A noi sembrerebbe poter esser vere e conciliabili ambedue tali opinioni, ammettendo che sotto Castiglione il Console toccasse la disfatta di cui si parla, e che tentando salvarsi coi pochi avanzi del suo esercito, si dirigesse verso la Lunigiana, punto più facile e più vicino a guadagnarsi, colla strada fin d’allora esistente; e giunto ove oggi sorge Marciaso, vi perdesse miseramente la vita per mano dei Liguri Apuani. La intelligenza del cortese lettore darà al nostro avviso quel peso che riterrà meritare.
Il villaggio di Marcione è composto di sole 4 case, e di altrettante famiglie coloniche appartenenti all’Ospedale di S. Pellegrino con 35 abitanti.
Ivi esiste un piccolo Oratorio, dipendente dal Parroco di S. Pietro di Castiglione, ove si celebrava la Messa ne’ dì festivi e s’insegnava la dottrina ai fanciulli da un Cappellano provvisto coi fondi di S. Pellegrino; ma oggi soltanto vi si celebra la festa del titolare S. Tommaso Vescovo, con messa cantata il 29 dicembre, ed il patrono di S. Pellegrino, Conte De’ Nobili, vi fa distribuire annualmente due mezzini (chilogrammi 26) di grano, ridotto in pane, ai poveri.
In quelle vicinanze era pure la Villa detta di Fabrio, di cui si fa cenno nella Bolla di Papa Alessandro III del 1168; colla quale si assegnavano al Pievano di Fosciana, fra gli altri, i diritti sulla Villa di Fabrio e Marcione, e sulla chiesa di S. Quirico di Fabrio. E se è vero (come risulta dalla nota delle chiese della Pieve Fosciana del 1260) che l’attuale Oratorio esistente in Marcione portasse in antico il titolo di S. Quirico, potrebbe con molta probabilità dedursene che Fabrio e Marcione formassero una sola Terra o almeno fossero molto vicine, e che il nome della Villa di Fabrio sia andato in dimenticanza. Un incendio avvenuto or sono molti anni nell’Archivio Comunale di Castiglione ci toglie il mezzo di rintracciare maggiori notizie su tal proposito. Lasciato a sinistra questo piccolo villaggio, posto in fertilissima campagna assai pianeggiante, proseguiremo a salire la bella collina Castiglionese colla strada nazionale, e dopo due chilometri saremo a quel capoluogo.
A mezza strada vedesi, a destra, una colonna di pietra con sopra una piccola statuetta di marmo. Ivi esisteva un\’antica chiesa sotto il titolo di Santa Lucia, con campanile veduto dai più vecchi di quei dintorni ancora viventi. Quando nel 1836 si aprì una strada comunale per quella parte, vi fu scoperto un tempietto sotterraneo, di forma rotonda, formato con bellissimi conci di pietra arenaria, nelle cui pareti era un piccolo sarcofago contenente lo scheletro di un giovane, con le braccia unite con un anello di ferro (1).
Il sito ove sorge quella colonna è di dominio diretto della chiesa di S. Michele, e di utile della famiglia Puccini di Castiglione, la quale è obbligata, per solenne istrumento, a mantenervi la immagine di Santa Lucia, forse per rammentare la esistenza in quel luogo dell’antica chiesa, che vi lasciò il nome.

Note
(1) II Forestiere informato delle cose di Lucca; pag. 30.
(2) Hist. Rom. lib. XXXIX. Cap. 12. Repetti, Diz. Geog. Stor. della Toscana.