OSPEDALE E LEGATI PII (da R.Raffaelli)
L’Ospedale degli infermi, noto un tempo col nome di Santa Maria e oggi con quello di Santa Croce, ebbe origine nel 1400. Il Comune di Castelnuovo, nell’aprile del 1490, lo incorporò alla Confraternita dei Disciplinati, fondata il 23 aprile del 1454, per opera del P. Francesco Carso, francescano, della quale Monsig. Stefano Trenta, Vescovo di Lucca, approvò i Capitoli nel 1472. Venne ampliato nel 1824, con porzione di una casa attigua posseduta da Antonio Naccarini e dalle sue sorelle.
Contro ogni principio d\’igiene pubblica e di convenienza è collocato in luogo troppo centrale, ed alla città può tornare da un giorno all\’altro di grave pericolo. La qual cosa venne osservata personalmente dal Duca Francesco IV, che propose si vendesse e se ne costruisse uno nuovo in sito più adatto, offrendosi di acquistare egli stesso il vecchio fabbricato. La Congregazione di Carità accolse di gran cuore siffatto disegno, e divisò d\’innalzare il nuovo Ospedale presso la porta di Santa Lucia in un terreno de\’ Signori Carli e Coli; ma bisognandovi la spesa di trentamila lire, e mancando i mezzi per farvi fronte, la cosa non ebbe effetto. Poco dopo si pensò di costruirlo nel Borgo di Santa Lucia, ed il Sovrano approvò il nuovo divisamento, a condizione peraltro che sorgesse a contatto di quella chiesa, per non doverne fabbricare una ad uso esclusivo di quel luogo pio; ma anche allora l\’utile disegno non ebbe seguito.
Fino dal 1489 tiene il governo dell\’Ospedale la Congregazione di Carità e delle Opere Pie, a cui venne affidato ai 23 settembre di esso anno dal Pontefice Innocenzo VIII. Essa amministra eziandio:
1.° L’Ospizio dei Trovatelli, per R. Decreto de’ 30 luglio 1864.
2° L’Ospizio di Mendicità, eretto coi fondi del soppresso Monte di Pietà ed aggregato all’Ospedale col R. Decreto de’ 7 marzo 1870. Questo Ospizio ha preso un più largo sviluppo, dopo che il Consiglio Provinciale di Massa gli assegnò una parte dei redditi del Legato Aymi-Visconti e del soppresso Monte Frumentario di Modena, repartiti a misura di popolazione fra le Provincie che nel 1859 componevano quel Ducato. Ed uno sviluppo maggiore ha preso anche dopo che il Dott. Pietro Toti, con testamento rogato dal notaio Dott. Giacomo Simonetti il 7 ottobre del 1876, e pubblicato il 6 giugno dell\’anno appresso, lo fece erede d\’ogni suo avere.
3.° La così detta Eredità Vangioni, ha origine dal testamento di Giuliano Vangioni di Torrite, de’ 12 ottobre 1679, con cui ordinava che coi redditi del suo patrimonio fossero dotate le giovani di alcune famiglie, che egli stesso designava. Siffatta amministrazione fu tenuta per qualche tempo da un solo individuo, ma il Duca Francesco IV, con decreto de’ 16 marzo 1840, ordinò che fosse affidata alla Compagnia del SS. Sacramento di Castelnuovo, con obbligo però di giustificare ogni anno presso il Governo Provinciale la propria gestione. Dalla Compagnia stessa passò poi alla Congregazione delle Opere Pie, con obbligo di eseguire la volontà del testatore.
4.° II Legato Morelli, istituito dall’Aw. Giovan Michele Morelli di Castelnuovo, con testamento de’ 21 dicembre 1825; nel quale dispose che i frutti della sua eredità venissero erogati nel mantenere due giovani agli studi (da portarsi a tre, cessate che fossero alcune pensioni vitalizie) in uno de’ luoghi a tale oggetto destinati dal Governo; nel formare il patrimonio ecclesiastico a due giovani chierici; nel dotare fanciulle che si maritassero, o si facessero monache. La somma destinata a ciascuno dei primi è di L. 403,20, oltre a quanto potesse occorrere per depositi in occasione di esami e di dottorato; quella per ciascuno dei due chierici è di L. 224; e quella per ciascuna fanciulla di L. 1680.
5.° Il Legato Corsi, istituito dal Prof. Carlo Corsi, con testamento consegnato in cedola segreta al notaro De Angelis il 14 dicembre 1840, ed aperto il 4 settembre 1846. Ordinò egli che dalla sua eredità fosse prelevata la somma di lire tredicimila, da amministrarsi dall’Abbate di Castelnuovo, dal Podestà di esso luogo e dal Parroco di Capricchia, patria del disponente; e col frutto vi si mantenesse per due anni agli studi di pratica in una delle principali cliniche d’Italia o pure negli Ospedali di Parigi o di Londra un giovane laureato in medicina o chirurgia. Ordinò pure che si mettessero a mutuo 2800 lire, ed il frutto ogni anno si desse per dote a una fanciulla di Capricchia, da scegliersi sempre tra le più povere. In forza di una transazione fra gli esecutori testamentari del Corsi ed il fratello ed erede di lui, sanzionata dal Supremo Consiglio di Modena il 10 novembre 1847, venne assai diminuito siffatto lascito, e fu convenuto che se non vi fosse ne’ un medico ne’ un chirurgo la pensione dovesse toccare ad un laureato in giurisprudenza.