Nel dicembre del 1996 scrivevo nel giornale “Comune Aperto” (dimenticato dal 1999)
“Non sono preoccupato se un cittadino protesta perché spende troppo per la nettezza urbana perché è un problema vero, da affrontare tutti insieme, da discutere e capire. Ho paura invece dei daini.
Tempo fa a Castelnuovo si è verificato un problema nella potabilità dell’acqua; si è raccontato in giro da persone serie che si erano trovati dei daini morti presso l’opera di presa e che quindi l’inquinamento era molto grave. Naturalmente non era vero.
Però la voce si era sparsa ed era stata creduta.
Ecco, questo mi spaventa: la diffusione di notizie non vere, il fatto che si credano tranquillamente, l’impossibilità di dare l’informazione corretta. E’ facile far circolare una notizia negativa, alimenta il pettegolezzo e corre. E’difficile invece far camminare una notizia positiva anche se vera, non interessa e si ferma a pochi.
Chissà quanti ancora considereranno vera la notizia dei daini!”
Usavo ovviamente la vicenda del daino per rappresentare un problema che da alcuni anni stava crescendo: l’informazione strumento di diffamazione dell’avversario, da un lato, e la incapacità di esercitare un’analisi critica da parte dei cittadini.