Le bozze dei decreti legislativi sulla scuola sollevano discussioni, e questo va bene.
Il problema è che si discute essenzialmente solo di quelle proposte che modificano alcuni riti legati ad una interpretazione del ruolo del docente ormai “antica” (ma in realtà presente nelle nostre teste) e non dei cambiamenti importantissimi per provare a garantire una scuola più efficace. Insomma ci si interessa delle comodità proprie non del senso della scuola.
Il buffo è anche che si rovesciano le posizioni pur di esprimere disagio e opposizione: la grande maggioranza dei docenti e dei dirigenti chiedeva che si togliessero dall’esame di stato della scuola media le prove Invalsi e la media aritmetica dei voti (personalmente sono favorevole a lasciarle). Ora viene fuori che (cito da un articolo) “Gli insegnanti, non solo sono rimasti inascoltati ma sono anche inorriditi da questa discutibile decisione: “Tutto il nostro lavoro sarà vanificato”“, esattamente il contrario di quanto si diceva fino a ieri.
Non mi preoccupano le diversità di opinione, ma questo cambiamento continuo per cui tutto è sempre comunque negativo … fino alla esplosione totale che ci seppellirà. So anche che questo è frutto di un profondo malessere e quindi sono ancora più preoccupato.